Leggero, lucente e con un naturale potere isolante, dieci volte maggiore rispetto a quello della lana. L’elevato pregio del Cashmere è cosa assai nota, motivo per il quale è uno dei tessuti più richiesti e apprezzati. Ma da dove viene il Cashmere? Dalle capre Hircus, attualmente le più ricercate. La produzione di questa fibra pregiata si lega ad una tradizione millenaria, che viene tramandata dai pastori nomadi della Mongolia, Cina sudoccidentale, l’Iran, il Tibet, l’India Settentrionale e l’Afghanistan e che ha iniziato a farsi conoscere in Europa solo a partire dal XIX secolo. L’alta qualità della fibra deriva soprattutto dal nomadismo dei greggi, poiché grazie agli spostamenti e alla vita in terreni nuovi, riescono a mantenere un manto pregiato. Le capre del Cashmere dei pastori nomadi vengono pettinate una volta a stagione ed ognuna arriva a produrre dai 100 ai 200 grammi di fibra, che una volta lavorata diviene il pregiatissimo filato per maglieria, cappotti, sciarpe caldi e soffici che tutti conosciamo e apprezziamo.
Cashmere, una fibra da tutelare
Comprendiamo già quindi che quando parliamo di Cashmere, parliamo anche di un processo di produzione veramente delicato e lento - basti pensare che per produrre un maglione in cashmere si necessita del manto di circa 4 capre – che è impossibile mantenere intatto, con un’elevata richiesta della fibra.
L’origine del problema si insidia proprio qui, nel fatto che il Cashmere, date le sue elevatissime qualità è divenuto l’oggetto del desiderio di milioni di consumatori: con la nascita degli allevamenti intensivi, lo stile di vita delle capre Hircus ha pertanto subito un cambiamento repentino, passando dalle campagne ai recinti e ad una pettinatura frequente, che serve ovviamente per raccogliere più fibra.
Cashmere rigenerato e riciclato, una soluzione sostenibile
Capiamo dunque che il cashmere è sicuramente una fibra particolare che, come altre, richiede il giusto riconoscimento del suo valore sociale e culturale.
L’aspetto positivo del cashmere è che essendo un materiale di grande qualità, rispetto ad altre fibre tessili ha una vita più lunga. Pertanto, quando una maglia o un cappotto sono in pessime condizioni e non vengono più indossate, possono essere riciclate, diventare fibra e infine nuovamente filato. Il cashmere riciclato è un materiale naturale, riciclabile e caratterizzato da una qualità che resta ottima.
Corneliani Circle, verso la sostenibilità con il cashmere rigenerato
Corneliani, in ottica di avviare un percorso di responsabilità serio, dà vita a Corneliani Circle, una Capsule Collection sostenibile con cui sposa la filosofia del progresso e del cambiamento con un allineamento prospettico ai metodi, alle certificazioni e agli standard internazionali che regolano la compatibilità dei processi industriali. Secondo queste logiche, prendono così forma capi accomunati dall’uso di fibre naturali e organiche provenienti da aziende e fornitori che già da tempo hanno intrapreso la via della sostenibilità. I tessuti certificati, comprendono il cashmere, la lana, il lino, e il cotone rigenerato, fibre naturali di alghe, nylon e poliestere riciclato. L’eco-cashmere impiegato da Corneliani per i capi delle collezioni è al 50 % cashmere riciclato e 50 % cashmere ottenuto dal fiocco vergine proveniente dalla Mongolia, assicurando elasticità e una qualità superiore.
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